Contratto di Fiume
Le nostre iniziative a sostegno della natura
MANIFESTO DI INTENTI
Verso il Contratto di fiume Ombrone
Il presente Manifesto d’intenti ha l’obiettivo di dare avvio ad un “Comitato Promotore” funzionale all’attivazione di un processo partecipativo che conduca alla sottoscrizione del “Contratto di Fiume Ombrone”.
Il manifesto è realizzato attraverso un processo di concertazione, iniziato con l’incontro del 22 gennaio 2015 organizzato dall’Associazione Terramare presso i locali del Comitato territoriale UISP Grosseto (Viale Europa 161), tra i principali enti e soggetti portatori di interesse in tema di fiumeOmbrone, con la finalità di attivare strategie e politiche condivise di prevenzione del rischio, protezione del sistema fluviale, valorizzazione delle risorse ambientali e sviluppo locale attraverso la pianificazione e programmazione strategica integrata.
PREMESSO E CONSIDERATO CHE
Il fiume Ombrone costituisce un elemento di prioritario interesse nel territorio provinciale e regionale che da tempo ha condizionato il territorio dal punto di vista, identitario, ambientale e fruitivo;
l’Ombrone, che è il fiume più grande della Toscana meridionale, costituisce un importante corridoio ecologico all’interno della Provincia di Grosseto. Con il suo bacino idrografico di 3494 chilometri quadrati, nasce sul versante sud-orientale dei Monti del Chianti presso San Gusmè.
Durante il suo percorso l’alveo del fiume è caratterizzato dalla presenza di boschi e di una fitta vegetazione; la portata è determinata dalle piogge e dai suoi affluenti, che sono il torrente Arbia e il fiume Merse sul lato destro, il fiume Orcia ed altri minori (come il torrente Melacce e il torrente Trasubbie) su quello sinistro.
Il fiume termina il suo corso, lungo 161 chilometri, nel mar Tirreno, con un ampio delta che ricade all’interno del Parco Regionale della Maremma. Attualmente la foce dell’Ombrone è interessata da importanti progetti di Conservazione della natura come il progetto di reintroduzione del Falco pescatore e di riqualificazione costiera. Boschi e fiumi, centri storici e monumenti isolati rendono la valle meritevole di una visita attenta.
Sulle due rive dell’Ombrone il paesaggio è dolce e alterna i campi coltivati ai boschi, agli incolti.
Tra i numerosi centri storici meritano una visita Casal di Pari, Pari, Civitella Marittima, Paganico, Campagnatico, Sasso d’Ombrone, Istia d’Ombrone, quindi Grosseto, Roselle (Cità etrusca e Romana) e il Parco Regionale della Maremma;
l’ambito territoriale individuato dal Contratto di Fiume fa riferimento al bacino del fiume Ombrone ricadente all’interno della Provincia di Grosseto, che interessa i Comuni di Civitella Paganico, Cinigiano, Campagnatico, Scansano, Grosseto;
la sicurezza idraulica risulta un obiettivo prioritario nella gestione del fiume Ombrone; in passato eventi catastrofici come quello avvenuto nel 1966 hanno lasciato il segno nella memoria del territorio, sottolineando l’importanza di una gestione sostenibile del sistema fluviale. Tutto ciò considerando anche gli ultimi eventi meteorologici degli ultimi 3 anni , di forte intensità, che hanno messo a dura prova il sistema fluviale con un gravissimo rischio di alluvione, che poteva coinvolgere anche la città di Grosseto. Gli aspetti legati alla particolare natura idraulica vanno valutati anche alla luce della peculiarità del territorio in questione, che risulta sottoposto a bonifica idraulica, all’interno del quale il fiume Ombrone scorre su un alveo pensile. E’ inoltre molto importante considerare la messa in sicurezza dell’intero corso del fiume, non solo in modo puntuale, ma intervenendo nell’intero bacino, attraverso una più incisiva e diffusa opera di manutenzione idraulica, non solo con opere di difesa, ma anche attraverso l’utilizzo di alcune aree a monte come aree ad espansione naturale del fiume.Prevedendo nel caso di aree coltivate indennizzi specifici per gli agricoltori.
in questo territorio, il fiume attraversa diversi ambienti di pianura, da quelli agricoli a quelli edificati, che possono essere interessati da una intensa urbanizzazione con spiccata vocazionalità turistica lungo il litorale e da un edificato più rarefatto nella bassa pianura con buone valenze paesaggistiche e con una potenziale vocazionalità turistica ancora inespressa in cui il fiume fa da corridoio e filo conduttore.
PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITA’
I principali elementi di criticità ambientale del basso corso dell’Ombrone sono connessi principalmente ai seguenti aspetti:
- ll letto dell’Ombrone è particolarmente sedimentoso a causa delle forte erodibilità delle formazioni plioceniche argilloso-sabbiose dei terreni su cui scorre;
- l’Ombrone (pur a fronte di una portata media pari a 32 m³/s, viene considerato un fiume dal regime estremamente torrentizio, che alterna periodi di magra estremi in estate e turbinose piene in autunno;
- presenza di eccessivi attingimenti durante il periodo estivo; che aumentano le criticità dovute alla diminuzione del flusso di acqua con un relativo impatto negativo sull’ecosistema fluviale. Occorre a tal proposito effettuare una puntuale mappa degli emungimenti diretti e dei pozzi artesiani realizzati che attingono alla falda in diretto collegamento con il reticolo idrografico;
- eccessiva attività di taglio della vegetazione ripariale che risulta essere di notevole impatto sia sull’ombreggiamento del fiume che sul possibile dissesto che si viene a creare;
- elevato fenomeno delle risalita del cuneo salino;
- usi impropri delle golene fluviali;
- presenza di discariche abusive lungo le sponde;
- fenomeni erosivi delle rive interne alle golene;
- trasporto di materiali da monte con ostruzione di ponti e deposito sugli arenili;
- espansione urbanistica e relativo consumo di suolo in aree ad alto rischio idraulico che determinano una maggiore criticità e rilevanti conseguenze di eventuali fenomeni alluvionali, con l’ipotesi anche di effettuare delle delocalizzazioni di insediamenti realizzati in aree a rischio molto elevato;
- abbandono delle aree agricole che insistono nel bacino fluviale che facilitano i fenomeni di dissesto idraulico;
- altro.
PRINCIPALI ELEMENTI DA VALORIZZARE
Anche se per la geografia la Valle dell’Ombrone è il cuore della provincia di Grosseto, le colline sulle due sponde del fiume sono poco note ai visitatori di questa parte della Toscana, che le attraversano velocemente sulla superstrada che collega il capoluogo con Siena e Firenze.
La valle dell’Ombrone è un territorio caratterizzato da un ricco patrimonio tra i diversi valori naturali e culturali. In particolare, esso permette la pratica di sport acquatici (canoa, sup) ma anche escursioni a piedi, in bicicletta e cavallo forte di una rete escursionistica distribuita sui territori adiacenti il fiume.
Il Fiume Ombrone rappresenta l’anima della Maremma Toscana, che ha condizionato sia morfologicamente che culturalmente la popolazione locale e nel tempo ha unito i territori interni a quelli costieri.
L’Ombrone risulta essere perciò un elemento del territorio importante da valorizzare a livello europeo perchè veicolo di tradizioni popolari e cultura, palestra per attività ricreative e sportive, luogo importante di sviluppo sociale ed economico, attraverso un turismo sostenibile ambientale e culturale.
Molte le infrastutture in grado di far scoprire le bellezze della Valle dell’Ombrone e proiettarla in Europa:
Le strade del Vino
Le ciclopiste
La possibilità di scendere il fiume in canoa e SUP (Stad Up Paddle)
La rete escursionistica Toscana
La rete degli agriturismi
Etc
POSSIBILI PROGETTI DA REALIZZARE NELLA VALLE DELL’OMBRONE
Turismo avventura sostenibile;
Turismo storico-culturale;
Ricerca scientifica e monitoraggio sulla biodiversità;
Realizzazione di un parco della Valle dell’Ombrone che possa anche ospitare attività di escursionismo fluviale con punti imbarco e sbarco canoe;
Campi di volontariato e scambi culturali ed educativi di giovani europei sulle pratiche relative al fiume;
Realizzazione di percorsi che permettano di integrare la realizzazione del costruendo ponte sul fiume Ombrone, con il resto del territorio, oltre a garantire una estesa e diffusa rete ciclabile nelle aree di pertinenza del bacino fluviale;
Altro
AZIONI URGENTI DA EFFETTUARE
1- Il Centro Canoe tra Istia Ponte ed Istia Centro: abbandonato da anni, rappresenta un elemento di imbarazzo per tutta la comunità, che peggiora anno dopo anno. Dopo essere stato danneggiato ripetutamente da atti vandalici, è diventato negli ultimi anni una discarica abusiva.
L’Associazione Terramare assieme al Comitato Provinciale ARCI Grosseto e al Coordinamento Acquaviva UISP Grosseto, in data 12 febbraio 2015 hanno effettuato un sopralluogo per valutare le condizioni del Centro Canoe e le possibili azioni di ripristino. Da una prima valutazione, per quanto gli elementi portanti del Centro siano ancora integri, tutto il resto della struttura riversa in stato di degrado avanzato con notevoli elementi di criticità difficilmente risolvibili. Una prima stima sugli eventuali lavori di ristrutturazione potrebbe ammontare su circa 500.000,00 euro (comprensivi di bonifica, messa in sicurezza e ristrutturazione). Una situazione difficile da gestire per le casse comunali e per l’affidamento in gestione a soggetti esterni che potrebbero avere poco margine di recupero economico.
Un’alternativa valida potrebbe essere quella della demolizione completa dello stabile (che tra l’altro insiste sull’alveo del fiume) e la bonifica conseguente dell’area da destinarsi a parco pubblico fluviale, con l’eventuale possibilità di abilitarlo alle attività di canottaggio, canoa, sup, etc.
2- Monitoraggio ambientale: da una prima analisi dei dati raccolti durante il monitoraggio del fiume effettuato da vari soggetti del territorio è stato possibile riscontrare alcuni importanti aspetti:
gli effetti negativi provocati dall’abbandono in sponda dei manicotti di irrigazione utilizzati in agricoltura: tonnellate di plastica non più recuperabile, inquinante e pericoloso per il deflusso delle acque;
l’estrema pericolosità dovuta dalla presenza di discariche abusive direttamente sulla sponda del fiume a testimonianza che il fiume viene concepito come una fogna;
l’importanza di conservare e valorizzare la fascia di vegetazione ripariale che offre rifugio all’avifauna e soprattutto svolge un importante ruolo di contenimento dell’erosione. Qualsiasi opera di contenimento realizzata dall’uomo nel corso del tempo è risultata inefficace a fronte di un continuo disboscamento operato sulle sponde del fiume.
La stessa norma regionale: DCRT n. 155/97 “Direttive concernenti criteri progettuali per l’attuazione degli interventi di competenza regionale (opere pubbliche) in materia di difesa del suolo nel territorio della Toscana” al punto 4.1 “manutenzione della vegetazione” fissa una serie di criteri operativi tra i quali importantissimo quello di evitare “devegetazioni” spinte e limitare l’abbattimento delle piante di alto fusto a quelle morte, in precarie condizioni, pericolose.
Non solo ma il D.lgs 152/2006 in materia di Gestione dei residui delle lavorazioni, sgombra il campo dal dubbio che il legname derivato dai tagli di vegetazione ripariale siano rifiuti, ma dal punto di vista operativo restano comunque da gestire i residui delle lavorazioni che devono essere sistemati in maniera tale da non arrecare disturbo al regolare defluire delle acque.
In sintesi, rimarcando l’importanza della vegetazione ripariale nel ridurre i rischi di esondazione ed erosione, è assolutamente da evitare le devegetazioni spinte e l’eliminazione completa della vegetazione riparia arbustiva e arborea; così come il prelievo o l’abbattimento di piante di alto fusto in area golenale, dovrebbe limitarsi agli esemplari morti o debolmente radicati, che potrebbero essere facilmente scalzati dalla corrente in caso di piene.
IL CONTRATTO DI FIUME
I Contratti di Fiume costituiscono uno strumento di programmazione strategica integrata per la pianificazione e gestione dei territori fluviali, in grado di promuovere la riqualificazione ambientale e paesaggistica attraverso azioni di prevenzione, mitigazione e monitoraggio delle emergenze inquinologiche e idrogeologiche.
La necessità di utilizzare strumenti come i Contratti di Fiume è amplificata in questi territori da una elevata fragilità idrogeologica;
Il Contratto di Fiume così come definito in Italia dalla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume (V Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, Milano 2010) intende mettere insieme i diversi attori del territorio: gli enti e le autorità direttamente interessati alla gestione del fiume e del territorio, gli abitanti e tutti i diversi portatori di interessi, in un patto per la rinascita del bacino idrografico, richiamando le istituzioni ed i privati ad una visione non settoriale, ma integrata di chi percepisce il fiume come ambiente di vita (Convenzione europea del paesaggio – 2000) e dunque come un bene comune da gestire in forme collettive;
La necessità di avviare il Contratto di Fiume nel bacino dell’Ombrone è legata anche all’acuirsi di situazioni di criticità, in conseguenza anche dei cambiamenti climatici in atto e dei livelli di occupazione ed impermeabilizzazione dei suoli;
I FIRMATARI RICONOSCONO CHE
Nell’ambito territoriale individuato si intende attivare una strategia comune sul fiume e sviluppare un Contratto di Fiume da realizzarsi attraverso l’attivazione di un processo concertativo che coinvolga tutti i settori interessati alla gestione del fiume e del territorio fluviale per raggiungere obiettivi di coesione e sviluppo sostenibile, a partire dalla gestione della risorsa idrica;
Per un approccio condiviso è necessario attivare dei tavoli di dialogo multi attoriali che si inseriscano all’interno del processo di Contratto di Fiume;
L’individuazione di strategie integrate e una programmazione condivisa da realizzarsi attraverso azioni puntuali saranno condizione necessaria per accedere alle opportunità date dai fondi di finanziamento europei (2014-2020). Nel raggiungimento degli obiettivi delle Direttive Europee per qualità dei corpi idrici 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque) e di prevenzione e riduzione del rischio di alluvioni 2007/60/CE (Direttiva Alluvioni), considerando a questo proposito che uno degli elementi di maggior innovazione delle Direttive, consiste nell’aver introdotto ed aver dato un significato concreto agli aspetti della partecipazione del pubblico fissando obiettivi e norme di qualità ambientale fondati su una base comune condivisa nelle comunità locali;
Il perseguimento di una maggiore efficienza delle politiche di settore e degli strumenti di pianificazione e programmazione del territorio necessita l’integrazione di Piani e norme sulle acque, con quelli per la difesa del suolo e di programmazione socio-economici;
Il rilancio della manutenzione e della cura del territorio rappresentano un presidio territoriale che deve essere svolto di concerto con le Comunità locali, direttamente responsabili da una parte della tutela delle aree naturali più pregiate e al tempo stesso garanti di un’azione continuativa di controllo e monitoraggio sul territorio a scala integrata di intero bacino;
Il processo dovrà basarsi su di una partecipazione diffusa e sul coinvolgimento più ampio possibile della comunità (istituzionale e non) a partire dalla costruzione dei contenuti, in un’ottica di sensibilizzazione, formazione e responsabilizzazione;
E’ necessario individuare azioni che rendano il “bene” fiume fruibile alla popolazione locale, diffondendo una educazione legata alla coscienza e cultura del fiume.
Il percorso condiviso e partecipato che dovrà condurre alla sottoscrizione del Contratto di Fiume Ombrone, comporta un coordinamento generale degli obiettivi in area vasta per tutto il bacino del fiume Ombrone, compreso l’Alto e il Medio Corso, adottando un modello di “Contratto di Contratti” cioè, agendo per ambiti territoriali in tratti definiti del fiume, ma integrati e coordinati tra di loro attraverso un sistema di obiettivi condivisi, rappresentando un raccordo tra livelli di dettaglio diversi;
CONCORDANO
sull’importanza di attivare un percorso condiviso e partecipato che possa condurre alla sottoscrizione del Contratto di Ombrone, attraverso la definizione ed il coordinamento generale degli obiettivi e delle necessarie azioni;
sulle finalità del processo concertato che sono riconducibili a: protezione e tutela degli ambienti prossimi naturali e della biodiversità autoctona, tutela delle acque e della dinamica dei sedimenti, difesa del suolo, mitigazione del pericolo e del rischio idraulico, tutela del paesaggio e delle bellezze naturali, condivisione delle modalità di gestione, fruizione, uso compatibile degli ambiti fluviali e uso sostenibile delle risorse fluviali, risoluzione problematiche e criticità, educazione delle nuove generazioni, costituzione di un unico soggetto per dialogo con enti superiori e con rappresentanti dei tratti a monte del fiume;
sulla necessità di valutare e promuovere l’attivazione di un parallelo coordinamento generale degli obiettivi in area vasta per tutto il bacino del fiumeOmbrone, adottando un modello di “Contratto di Contratti”;
sull’opportunità di individuare nel Consorzio Bonifica Toscana 6 meridionale, l’ Ente che provveda a quanto necessario da un punto di vista organizzativo per l’avvio del processo, a partire dall’organizzazione delle attività del gruppo promotore costituito dai firmatari del presente Manifesto; Il Consorzio deve in particolare:
farsi carico di istruire la prima fase e di convocare i soggetti potenzialmente interessati (istituzioni, associazioni, comitati ecc…), a sua volta ogni soggetto interessato può fare da cassa di risonanza per garantire il percorso partecipativo al quale si potrà aderire in qualsiasi momento;
mettre a disposizione una sua sede sul territorio attrezzata per realizzare gli incontri e le riunioni tematiche;
predisporre un questionario dove ogni soggetto interessato riporti esigenze, priorità, modalità di partecipazione, ecc.;
farsi carico di convocare le riunioni dei diversi portatori d’interesse per sollecitarli a partecipare attivamente al processo del contratto di fiume e individuando, via via, all’interno delle assemblee le macro aree d’intervento e i focus di approfondimento tematici con l’intento di giungere a un’analisi condivisa di criticità, priorità, obiettivi, misure, azioni.
sulla necessità che ogni soggetto firmatario si faccia promotore del processo, sensibilizzando e coinvolgendo soggetti e altri portatori di interesse del territorio e dia il proprio attivo contributo all’attivazione e realizzazione del Contratto di Fiume Ombrone;
sull’importanza di avviare un percorso di Contratto di Fiume condividendo una metodologia operativa così articolata:
Costituzione del Comitato Promotore;
Costituzione della Segreteria Tecnico Scientifica;
Costituzione della Cabina di Regia;
Costituzione dell’Assemblea;
Realizzazione del processo partecipativo;
Messa a sistema delle conoscenze comuni e redazione di:
Dossier di Caratterizzazione Ambientale
Dossier dei Piani e Programmi
Individuazione condivisa delle principali criticità e punti di forza
Redazione di un Piano Strategico (di medio/lungo termine)
Redazione di un Piano d’Azione (di breve termine – 2/3 anni)
Sottoscrizione del Contratto di Fiume;
Implementazione del Piano d’Azione;
Attivazione di un sistema di monitoraggio effettuato in più modalità anche attraverso la collaborazione dei canoisti che periodicamente scendendo il fiume effettuano un’azione di “controllo”;
Data 05 / 02 / 2015
Aderiscono al Comitato Promotore ed al presente Manifesto d’Intenti:
Associazione Terramare ASD
Area Acquaviva UISP Grosseto
Comitato Territoriale UISP Grosseto
Area Acquaviva UISP Nazionale
Legambiente – Circolo Festambiente
Comitato Istia d’Ombrone
Raffaella Tusa
Matteo Benedettelli
Michela Ciacci
Sara Lotti
Alejandra Silbersztein
Massimo Contri
Filippo Pieraccini
Rita Mento
Maria Cristina Mazzolai
Grazia Volpe